Da gennaio 2025 p.iva per tutti gli enti associativi del Terzo settore (Associazioni di promozione sociale e di Volontariato) a prescindere se svolgeranno o meno attività commerciali. A stabilirlo è il decreto legge n. 146 del 2021, all’art. 5, commi 15 quater, quinquies e sexies.
Questo, molto probabilmente, decreterà la scomparsa di buona parte delle piccole realtà del Terzo settore presenti al Sud Italia. Non perché queste realtà organizzative saranno obbligate a pagare l'imposta su attività di interesse generale di natura non commerciale ma, soprattutto, perché gli amministratori di queste organizzazioni (Aps e Odv) saranno aggravati da ulteriori oneri fiscali e burocratici.
Questo è il volere dell'Europa che ovviamente non tiene conto delle difficoltà che il Terzo settore italiano, soprattutto, quello dell'Italia meridionale deve affrontare per poter sopravvivere.
In poche parole la Commissione Europea, a parere di chi scrive, fa di tutta l'erba un fascio accomunando il Terzo settore italiano a quello di altri Paesi Europei in cui i sistemi di relazione tra pubblico e privato sociale è totalmente diverso e molto più efficiente rispetto al nostro.
Si segnala un interessante articolo pubblicato dal CANTIERE TERZO SETTORE. Buona lettura.